Spiegazione del sito
Ultimo numero uscito agosto 2025
Sito senza scopo di lucro non rientrante nella categoria di "informazione periodica" in quanto non viene aggiornato ad intervalli regolari e prestabiliti (ai sensi della Legge nº 62 del 07-03-2001)
Molti mi chiedono "Ma perché fai un sito gratis"?, "Perché non ci guadagni qualcosa"? La risposta è semplice: questo sito è stato creato non solo per mettere insieme tutte le cose più importanti che ho fatto nella vita (chi mi conosce bene, lo sa che non lo faccio per vanagloria, ma semplicemente perché sto perdendo la memoria). Inoltre, come leggerete sotto, il mio scopo nella vita è quello di poter aiutare gli altri, sia anche con un sito, cercando di aiutarli, dare loro le notizie utili a poter star meglio. Ecco perché il sito è totalmente gratuito e senza scopo di lucro. Buona lettura!
Il mio scopo – sin da quando avevo 14 anni – era quello di diventare giornalista per poter dare voce a chi non ne ha, agli inascoltati, a chi viene spesso “snobbato” dalle grandi testate. Questo sito è pensato per aiutare i più fragili, con contenuti presenti in ciascun numero. Questo vuole essere, innanzitutto, un progetto per dare voce a chi non ne ha, ma anche per pubblicare le vostre storie, i vostri traguardi, o anche solo dei semplici pensieri.
Ai sensi della Legge nº 62 del 07-03-2001, si dichiara che questo sito non rientra nella categoria di "informazione periodica" in quanto non viene aggiornato ad intervalli regolari e prestabiliti. Questo sito non è collegato ad alcun periodico o testata giornalistica, non persegue finalità politiche o economiche e in ogni caso fini di lucro, altri vantaggi materiali o ingiusto profitto. In qualità di iniziativa di servizio il sito si ispira al principio della totale gratuità.
La voce dell’inclusione
La rubrica che dà voce agli ultimi
Ecco il vero scopo del mio sito: dare voce agli ultimi, far sì che il mio mensile possa aiutare chi ne ha bisogno.
Come sempre, per dar spazio alla vostra voce, trovate i contatti in calce. Buona lettura!
La nuova rubrica “La voce dell’inclusione”, vuole – come il resto del mensile – dar voce agli ultimi, ma con più approfondimenti. Quindi, scrivetemi pure, e sarò lieto di pubblicare le vostre storie e cercare di dar loro risonanza e – perché no – un aiuto concreto. Sempre a scopo gratuito.
Editore e Direttore Responsabile: Roberto Vitali / Cell.: 346-36.70.857 (solo Whatsapp) / Email: robertomariovitali@gmail.com
Come dicevo, il sito non ha un'uscita regolare ed è senza scopo di lucro... La mia ricompensa è poter aiutare gli altri e vedere un sorriso nei loro volti!
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Ultimo aggiornamento il 24/07/2025
Le ultime notizie - agg. al 24/07/25
L'esperto risponde
di Vincenzo Vecchio (Presidente nazionale APPC)
Cedolare secca: una grande occasione che il fisco si ostina a complicare
La cedolare secca è uno dei pochi strumenti fiscali pensati davvero per semplificare la vita dei cittadini. Un'imposta piatta, chiara, conveniente: 21% sul canone d'affitto per i contratti liberi, appena il 10% per quelli a canone concordato delle città e comuni limitrofi.
Niente più imposta di registro del 2%, niente più bollo annuale. Un vantaggio concreto, tanto per il proprietario quanto per l'inquilino. E con l'inflazione ai minimi storici, la rinuncia all'adeguamento ISTAT pesa davvero poco.
Ma, come spesso accade in Italia, dove ci sono semplicità e buonsenso, arriva l'apparato burocratico a creare ostacoli.
Il problema? Quando l'inquilino è una società che prende, da un locatore persona fisica, in affitto un appartamento per destinarlo a uso abitativo dei propri dipendenti il fisco si rifiuta consentire l’applicazione della cedolare.
La legge permette la cedolare secca anche in questi casi, ma l'Agenzia delle Entrate fa finta di nulla. Continua a negarla, costringendo i contribuenti ad anni di contenzioso, spese legali e stress.
Eppure la giurisprudenza è chiara. Ultima, in ordine di tempo, la sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Caserta: il contribuente ha vinto, e l'Agenzia è stata condannata anche al pagamento delle spese processuali. Un’altra condanna, l'ennesima. Eppure il "lupo" non cambia abitudini: l'Agenzia delle Entrate perde il pelo, ma non il vizio. Il vizio di ignorare le regole, di forzare i cittadini a difendersi, di affermare diritti che dovrebbero essere pacifici senza bisogno di battaglie legali. Il vero paradosso? I contribuenti sono costretti a comportarsi da eroi della legalità, mentre chi dovrebbe garantire il corretto funzionamento del sistema fiscale si trasforma nel primo nemico del diritto. In un Paese che ama definirsi "garantista", sarebbe ora di garantire anche il contribuente. Non solo sulla carta.
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